OSSERVATORIO ARTE FIERA

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Francesco Ribuffo dirige, con Bernardo Bartoli ed Elena Ribuffo, la Galleria de’ Foscherari di Bologna. Nata nei primi anni '60 dalla volontà di Pasquale Ribuffo e Franco Bartoli, la galleria rimane fedele al suo programma, articolato lungo due direttrici strettamente connesse: da un lato la rivisitazione delle Avanguardie storiche, dall'altro l’attenzione per la ricerca e la sperimentazione.
Il contributo di Francesco Ribuffo inaugura la serie di interventi di galleristi bolognesi che si susseguiranno nei prossimi mesi sulla nostra rubrica.

Foto Jacopo Benassi
Da sinistra: Francesco Ribuffo, Pasquale Ribuffo, Elena Ribuffo
  

Sono infiniti i ricordi che si rimescolano, si confondono e si trasformano dentro la mia, sempre più disordinata, memoria. Se devo ricordare un’emozione sola, tra le infinite ricevute frequentando le opere d’arte d’ogni tempo, non voglio fare torto agli amici e ai compagni di strada, e quindi citerò l’opera di un autore del passato, ma che vive ancora e che avrà ancora molto da offrirci in futuro. Forse siamo vivi perché possiamo dimenticare, ma credo che non potrò dimenticare mai la commozione, improvvisa e inesplicabile, provata davanti all’autoritratto di Rembrandt, esposto nel 2014 a Palazzo Fava*. La profondità abissale di quegli occhi, l’amore autentico, profondissimo, disarmato e disarmante, infuso in ogni pennellata.

A distanza di anni continuo a ricordare (ovvero riportare nel cuore) quell'esperienza. Da allora non so più giudicare, non mi interessa più, vorrei solamente che un simile sentimento fosse l’essenza di ogni mio gesto.


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All'interno della mostra "La ragazza con l'orecchino di perla. Il mito della Golden Age da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis".
 

Rembrandt van Rijn, Ritratto di uomo con cappello piumato, 1635-1640 circa, olio su tavola, cm 62,5 x 47
© L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis